Alberto Vitali
Titolo – Paesaggio
Tecnica – Olio su cartone
Anno – 1934
Dimensioni – 40×27 cm
Con cornice
Prezzo Iva incluso
Collezione Massimo Minotte
Alberto Vitali nasce a Bergamo nel 1898 da una famiglia di umili condizioni. Inizia a lavorare come apprendista intagliatore, corniciaio, doratore, restauratore in un mobilificio e di sera frequenta la Scuola d’arte e di disegno applicato presso il Seminario. Nel 1916 parte come volontario nella prima guerra mondiale, diventa prigioniero in Germania poer quattro anni. Rientrato a Bergamo riprende il lavoro di artigiano del legno e, nel tempo libero, inizia a dipingere. Il 1927 e 1928 sono gli anni dell’esordio pubblico; espone alla Galleria di Brera con il paesaggio “Valverde” e partecipa alla I mostra regionale d’arte Lombarda a Milano con il dipinto “la siccità” che viene premiato. Espone con due opere alla XVI biennale di Venezia (parteciperà in seguito alla XVII nel 1930, alla XIX, alla XX, alla XXII, XXIV e alla XXV nel 1950). Partecipa a tutte le quadriennali di Roma dalla prima nel 1931 fino alla VI del 1951.
Nel 1935 inizia l’interesse per il restauro e lavora per due anni nello studio di Mauro Pelliccioli. Alla VII mostra nel 1936 presso la permanente di Milano riceve il premio del MEN con la medaglia d’oro per il dipinto “il podere”. Nel 1940, assieme all’amico scultore Attilio Nani, tiene la sua prima personale a Bergamo e l’anno dopo una personale a Milano alla galleria Tescione. Lascia definitivamente il lavoro di artigiano restauratore per dedicarsi solo alla pittura e incisione. Nel 1943 è di nuovo a Milano con una personale presso la galleria del Milione. Sono anni di grande attività artistica e di intensa partecipazione a esposizione a Milano, Bergamo e in altre sedi della Lombardia.
Negli anni sessanta abbandona la tecnica dell’olio per dedicarsi all’acquarello con immagini ispirate al lago d’Iseo e al paesaggio alpino dell’Engadina dove soggiorna di frequente. Famose sono anche l’originalità delle soluzioni palesate dalle sue commoventi “mascherate” in piazza vecchia o mercato del fieno. In piazza Reginaldo Giuliani, città alta, vicino a dove aveva il suo studio-soffitta, una lapide, posta dall’amm.ne civica alla parete esterna del Duomo, lo ricorda quale “mirabile interprete dell’anima bergamasca nella inquietante suggestione dei luoghi e delle maschere” nonché “maestro illustre del novecento Italiano”.
In realtà Vitali, è stato un uomo appartato, amante della solitudine e del riserbo, attento ai valori artistici ma anche umani e consapevole del proprio valore. Il suo percorso artistico è caratterizzato da una piena adesione alla modernità, all’originalità delle invenzioni iconografiche e da un profondo legame con Bergamo. Il risultato è una pittura dotata di estrema raffinata. Vitali fa da ponte culturale tra le due guerre, sviluppando una ricerca coerente, aggiornata, consapevole, che lo porta a essere punto di riferimento per più generazioni di artisti.
Alberto Vitali muore a Bergamo il 10 aprile 1974.
Alberto Vitali
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